Δευτέρα 9 Ιουλίου 2012

ACTA: IL GRANDE CAPITALE VUOLE CONTROLLARE ANCHE INTERNET



L'Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) è un accordo internazionale che è stato segretamente negoziato tra il 2008 e il 2011. Lo scopo di questo accordo internazionale è quello di definire rigide norme per l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. In particolar modo stabilisce un comune quadro giuridico internazionale per la tracciabilità delle merci contraffatte, ma anche dei farmaci generici e della violazione del ‘diritto’ di copyright su Internet. L'accordo è stato firmato nell'ottobre 2011 da Australia, Canada, Giappone, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e USA. Nel gennaio del 2012, l'Unione Europea ha ratificato in grande fretta l’accordo. La sua natura segreta ha escluso i gruppi organizzati della società civile, gli utenti, ma anche i paesi in via di sviluppo dalla negoziazione. Secondo le argomentazioni dei difensori di questo accordo, esso rappresenta la migliore risposta comune "all’aumento incontrollato e criminale del commercio mondiale di merci contraffatte protette dalle leggi sul copyright".
 

Dal punto di vista degli interessi materiali dei proprietari dei brevetti e dei copyright si tratta quindi di un ottimo accordo, che è stato imposto da alcune grandi società come la MPAA per difendere e tutelare il monopolio e i profitti vertiginosi dell’industria del divertimento. ACTA è il risultato dell’intensa attività di lobbying dei giganti dell’industria sui governi. Oltre a dimostrare la rapacità e l’arroganza di queste società, l’accordo rappresenta una nuova evidente dimostrazione del servilismo da parte delle istituzioni internazionali nei confronti del grande capitale, che detta letteralmente legge anche nel campo della produzione intellettuale. Aldilà della 'protezione del diritto d'autore' e della proprietà intellettuale è chiaro che lo scambio sistematico di informazioni su Internet può essere utilizzato per altri fini, tra cui la censura e la repressione politica. Questo sta già succedendo in al-cuni paesi, in cui l'accesso a determinati contenuti, parole chiave o siti web è bloccato. Nel 2011, nella sola Germania 200mila persone sono state monitorate, avvertite o addirittura inquisite per aver scaricato musica, film ecc. I dati di decine di migliaia di utenti sono già stati raccolti, ma fino ad oggi solo i fornitori di film-streamingsono stati portati in tribunale. Oggi però la stessa sorte potrebbe toccare ai consumatori. E così, mentre le multinazionali accumulano miliardi di euro di profitti distribuendo la musica e i film, i giovani e i lavoratori che non possono permettersi di
 acquistare questi beni diventati ormai quasi 'beni di lusso', vengono criminalizzati e perseguiti. 

Dal punto di vista degli interessi popolari questo accordo va letto come il più grande attacco mai tentato contro il libero accesso alla produzione intellettuale. Se dovesse essere applicato, ACTA costringerà gli internet provider a controllare gli utenti e i loro data base sulle base delle cosiddette leggi sul copyright. Gli utenti che violeranno i diritti d'autore potranno essere disconnessi da Internet. In questo modo i proprietari di copyright avranno la possibilità di interrompere la condivisione di alcuni contenuti. Concretamente, questo significherebbe la fine dei social network se dei siti come Youtube e Facebook. L’accordo non si limita a limitare il diritto all’informazione e all’utilizzo della ‘proprietà intellettuale’, ma contiene anche un insidioso attacco al diritto alla salute e all'indipendenza alimentare. Infatti, i farmaci generici potranno essere vietati poiché si basano sull’uso di sementi protetti da brevetti. Queste misure sono destinate esclusivamente a tutelare gli interessi delle multinazionali farmaceutiche e agroalimentari come la Monsanto.
 

Articolo pubblicato al sito www.controcorrentesinistraprc.org

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